Faccio una doverosa premessa. Ritengo che la tecnologia moderna abbia livellato i valori fra le varie case produttrici per cui Nikon, Canon, Sony, Olympus e Fuji (chiedo scusa se ne ho dimenticato qualcuna) ormai si equivalgono. Non si può certo paragonare una “entry level” Canon ad una “professionale” Nikon ma, a parità di “categoria” (e con costo simile), oggi i modelli dei vari brands di equivalgono e ritengo che le differenze fra di loro siano riscontrabili solo strumentalmente.

Detto questo parliamo della mia attrezzatura.

Al tempo della fotografia analogica ho usato Minolta, Canon e Nikon. Con l’avvento del digitale solo Nikon. Il motivo? Esclusivamente perché provenivo da Nikon e mi sono trovato subito bene con l’ergonomia della fotocamera che mi avevano fatto provare ed il suo software. Passando al digitale ho iniziato con una Nikon Coolpix 5700 (una “bridge” con obiettivo equivalente 35-280 mm su full frame), successivamente sono passato alle reflex D41X, poi D5200 e D5500. Oggi scatto con una Nikon D500 (professionale con sensore di formato APS-C).  Quando voglio essere leggero utilizzo, con estrema soddisfazione, una “compatta” Coolpix P7800.

Come obiettivi uso esclusivamente due zoom Nikkor: un grandangolare 10-24 mm ed un tuttofare 18-200 mm. So che i “puristi” inorridiscono perché, a certi livelli, secondo loro sono obbligatorie ottiche fisse.  Io invece guardo essenzialmente alla comodità e…… me ne frego!

Poiché scatto esclusivamente in RAW (formato digitale “grezzo”) è indispensabile sottoporre i files ad una “postproduzione” per renderli stampabili e guardabili su un monitor (un po’ come si faceva una volta in camera oscura). Per il processo di postproduzione utilizzo i software Lightroom e Photoshop.